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Carbon Credits: le azioni del mercato della CO2

A partire dal 1992 con gli Accordi di Rio (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC), e proseguendo con il Protocollo di Kyoto del 1997 e l’Accordo di Parigi del 2015, viene riconosciuta la gravità dei problemi ambientali globali e viene inaugurata una collaborazione tra singoli paesi e istituzioni internazionali al fine di frenare il fenomeno dei cambiamenti climatici. Una delle soluzioni viene individuata nell’imposizione di un tetto massimo (cap) all’emissione di gas serra da parte di stati e aziende.

 

Carbon market e Carbon Credits

Parallelamente a questa tipologia di vincolo nasce il cosiddetto carbon market, all’interno del quale è possibile la compravendita dei Carbon Credits (CC), o Crediti di Carbonio. Essi sono strumenti finanziari ideati dall’ONU con l’obiettivo di spingere il mondo, attraverso un passaggio graduale ad un sistema economico low carbon, verso la Carbon Neutrality, cioè un punto di equilibrio: tanta CO2 viene emessa e tanta CO2 viene risparmiata. Per perseguire questo scopo, è necessario che le aziende che emettono gas serra investano in progetti che puntano a ridurre queste emissioni, e che sul versante opposto la produzione di energia pulita riceva un incentivo economico.

Un CC può essere definito come l’equivalente di una azione finanziaria, ed è l’attestazione della mancata produzione di una tonnellata di CO2 tramite l’utilizzo di nuove tecnologie ed energie alternative. Una volta prodotti e certificati, i CC vengono venduti su una borsa internazionale o direttamente alle aziende tramite accordi di partenariato. In questo modo gli attori più efficienti del mercato, evitando produzione di CO2, possono vendere crediti ai meno virtuosi, i quali supportano economicamente la riduzione delle emissioni per bilanciare la propria produzione.

Questo fenomeno di emission trading permette di attuare una vera e propria strategia di compensazione, con cui alcune aziende possono evitare di sforare l’emission cap imposto dalla legge, ed al contrario chi produce energia senza emettere CO2, può ricevere il riconoscimento economico valutato sull’unità di misura del CC.

È inoltre da considerare l’aspetto della reputazione aziendale: acquistare un credito di carbonio significa infatti supportare dei progetti che riducano l’impatto delle proprie attività e che siano un contributo concreto nel quadro degli obiettivi internazionali di sviluppo sostenibile.

Un esempio attuale di questo tipo di compravendita aziendale coinvolge Tesla e FCA: la virtuosa azienda leader nella produzione di veicoli elettrici è infatti in grado di vendere CC alla italo-statunitense Fiat Chrysler, la quale in questo modo compensa le emissioni dei propri mezzi, che non è possibile ridurre in maniera alternativa, ed evita di incorrere in sanzioni economiche.

 

Cooperazione internazionale e Carbon Credits

Il mondo del emission trading non è tuttavia dominato esclusivamente da attori profit, in quanto i CC sono uno strumento molto efficace anche nei progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo: infatti permettono alle ONG che operano nell’ambito dell’energia e della riduzione dell’impatto ambientale, di sfruttare la remunerazione annua dei CC per mantenere più a lungo la gestione dei progetti.

Requisito fondamentale per un progetto per ottenere CC è generare una riduzione delle emissioni di CO2 in ambiente tramite azioni concrete: piantumazione di alberi, installazione di fonti rinnovabili, riduzione o miglioramento dei processi di combustione (per cottura dei cibi o bollitura dell’acqua da potabilizzare).

 

Come si generano i Carbon Credits?

I CC si ottengono attuando soluzioni che puntino alla riduzione delle emissioni di CO2 rispetto a un Caso Base.

Nel caso specifico della fornitura dell’acqua potabile il ragionamento è il seguente:

  • Caso Base: per potabilizzare 1 litro d’acqua bisogna farlo bollire sul fuoco a tre pietre alimentato a legno. Servono quindi n kg di legna che produrranno nn kg di CO2.
  • Progetto: viene scavato un pozzo e utilizzato un processo di clorazione per potabilizzarne l’acqua che, senza produrre CO2, è in grado di fornire acqua già potabile a xxxxx persone (i beneficiari del progetto).
  • Calcolo dei CC: per ogni persona è stimata una richiesta giornaliera di 7 l/gg di acqua potabile. I beneficiari del progetto prima avrebbero dovuto bollire questi 7 l/gg di acqua (oppure bere acqua di pessima qualità), mentre ora, grazie al progetto, potranno bere acqua potabile senza bollirla, e quindi, senza emettere CO2. La quantità di CO2 non emessa in 1 anno sarà quindi pari a: 7 [l/gg/pers] * nn [kgCO2/l] * xxxxx [perone] * 365 [gg/anno] /1000 = CC [tonCO2/anno]

 

Come si certificano i Carbon Credits?

I CC, per poter essere venduti, devono essere certificati. Esistono vari enti e vari livelli di certificazione, tra i quali uno dei maggiormente utilizzati, che garantisce trasparenza alle aziende che comprano i CC e che dà alle ONG maggiore visibilità e quindi possibilità di vendita, è la certificazione Gold Standard. Si tratta di un marchio di qualità finalizzato a verificare i progetti non governativi di riduzione delle emissioni di CO2, sviluppato nel 2003 da WWF e altre ONG a supporto del perseguimento dei Sustainable Development Goals di Agenda 2030.

Fondamentale per ottenere questa certificazione è la multidimensionalità del progetto: è necessario che il progetto tocchi almeno 3 obiettivi tra i Sustainable Developments Goals, in cui va obbligatoriamente incluso il n°13: Climate Action.

La certificazione ha anche dei costi:

  • costo di certificazione: va pagato all’anno 1 di progetto per ottenere la certificazione
  • costo di mantenimento della certificazione: va pagato ogni anno per tutta la durata della certificazione

Dati i costi e il tempo necessario per muovere tutto questo iter è bene avere una stima dei crediti generati dal progetto in modo da capire se richiedere questa certificazione è conveniente o meno.

I CC per un progetto possono durare massimo 7 anni, dopodiché decadono, e ogni anno va pagata la tassa per mantenere la certificazione.

Solitamente, i crediti di carbonio non sono certificazioni che si chiedono e ottengono in tempi brevi ma possono garantire, soprattutto per i progetti sull’acqua potabili, dei modesti introiti. E’ quindi necessaria un’attenta valutazione e bisogna muoversi nella maniera corretta.

 

EQUA e la stima dei Carbon Credits nei progetti di cooperazione

L’azienda EQUA Srl, grazie ad un vasto bagaglio di expertise tecnica e ad una rete di partnership territoriale e internazionale sviluppata nel corso degli anni, avendo a disposizione i dati del progetto, è in grado di effettuare la fase di pre-valutazione della stima dei CC producibili in un progetto di cooperazione internazionale.

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