L’analisi parte dal fabbisogno energetico attuale che si desume dalla bolletta dell’utenza condominiale. In particolare, oltre al fabbisogno annuo è necessario verificare i consumi nelle diverse fasce orarie.
In Italia, le fasce orarie dell’energia elettrica per il mercato libero sono definite dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e sono le seguenti:
- F1: lun-ven, 8:00-19:00, escluse le festività nazionali
- F2: lun-ven, 7:00-8:00 e 19:00-23:00; sabato, 7:00-23:00, escluse festività nazionali
- F3: ore notturne, lun-sab, 23:00-7:00; domenica e festivi, 24/24h
In linea di massima si può stimare che un impianto fotovoltaico produce mediamente, nel periodo corrispondente alla fascia 1 e nella nostra zona, circa 1100 kWh/anno per ogni kWp nominale di fotovoltaico e la vita di un impianto è di almeno 20 anni.
Le ipotesi di lavoro possono essere molto differenti:
a) Dimensionare l’impianto fotovoltaico per produrre quanto viene consumato in un anno dall’utenza condominiale. In questo caso l’autoconsumo diretto, cioè la percentuale di energia prodotta e consumata direttamente può arrivare al 30%. L’energia prodotta e non consumata immediatamente viene immessa in rete e retribuita al prezzo del ritiro dedicato, mentre il 70% dell’energia necessaria per i consumi condominiali continua ad essere prelevata dalla rete.
b) Dimensionare l’impianto fotovoltaico per ridurre sensibilmente e praticamente azzerare l’energia utilizzata dal condominio. In questo caso è necessario tener conto che una parte significativa dei consumi è fatta in orari in cui non c’è insolazione per cui per aumentare l’autoconsumo è necessario utilizzare una batteria che verrà caricata durante il giorno e scaricata nelle ore serali e notturne. Il risparmio in bolletta è significativo, ma evidentemente il costo dell’impianto sale.
c) L’impianto fotovoltaico potrebbe essere dimensionato per coprire i consumi diretti di fascia 1 durante i mesi invernali e, con il contributo della batteria, si può ipotizzare di arrivare a coprire l’80-85% del consumo condominiale, con una riduzione significativa della bolletta condominiale. È importante precisare che in questo caso l’energia complessivamente prodotta dall’impianto può superare abbondantemente quella consumata: l’energia prodotta e non consumata immediatamente viene immessa in rete e retribuita al prezzo del ritiro dedicato.
d) A questo punto, l’opzione di autoconsumo collettivo può rivelarsi particolarmente interessante. Se viene istituita una comunità energetica condominiale e i condomini partecipanti prelevano energia dalla rete mentre l’impianto condominiale sta immettendo energia, è previsto un incentivo di 0,12 €/kWh. Questo incentivo si aggiunge alla remunerazione già prevista per l’energia immessa in rete.
Per trovare la soluzione ottimale è necessario valutare con attenzione diversi fattori, a partire dalla sensibilità ambientale e dalle esigenze dei condomini, dalla disponibilità di superfici idonee per l’installazione e dalla presenza di regolamenti condominiali o edilizi, all’analisi dei consumi reali del condominio e dei condomini interessati alla comunità per arrivare alle considerazioni sul ritorno economico dell’investimento, tenendo conto del costo preventivato delle diverse soluzioni e dell’incremento del valore economico dell’edificio per la presenza un impianto di energia rinnovabile.
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