Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un nuovo capitolo nella strategia italiana per l’innovazione industriale e la sostenibilità energetica. Il 24 luglio 2024, con l’adozione del Decreto attuativo, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha fornito le linee guida definitive per l’accesso alle agevolazioni previste dal piano. Il documento delinea in dettaglio le condizioni e i criteri per ottenere i benefici fiscali, con un’aliquota massima del credito d’imposta del 45% e un tetto di costi ammissibili fissato a 50 milioni di euro per ciascun beneficiario. Tale decreto reca le modalità attuative della disciplina di cui all’articolo 38 del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 aprile 2024, n. 56.
Contesto e obiettivi del Piano Transizione 5.0
Con una dotazione di 6,3 miliardi di euro, il Piano Transizione 5.0, è concepito per incentivare nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, con un’enfasi su progetti di innovazione che garantiscano una significativa riduzione dei consumi energetici. Questa iniziativa si inserisce nel contesto più ampio della revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), promuovendo una trasformazione digitale ed ecologica dell’industria italiana.
Soggetti beneficiari e criteri di ammissione
Secondo l’articolo 3 del Decreto attuativo, le agevolazioni sono rivolte a tutte le imprese residenti in Italia e alle stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale. Tuttavia, il Decreto esclude alcuni soggetti, come quelli in stato di fallimento o sottoposti a sanzioni, nonché determinate attività connesse all’uso di combustibili fossili. Le imprese energivore, ad esempio, sono escluse dagli incentivi, mentre le attività di gestione dei rifiuti sono ammissibili solo se orientate alla sostenibilità ambientale.
Tipologie di progetti di innovazione ammissibili
Il cuore del Piano Transizione 5.0 risiede nei progetti di innovazione. Secondo l’articolo 4, tali progetti devono iniziare entro il 1° gennaio 2024 e concludersi entro il 31 dicembre 2025, comprendendo investimenti in beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa e spese in attività di formazione. L’articolo 6 specifica che questi beni devono rientrare tra quelli elencati negli Allegati A e B della Legge 232/2016, e devono contribuire a un efficientamento energetico pari almeno al 3% dei consumi della struttura produttiva o al 5% del processo interessato dall’investimento.
Sono agevolabili anche investimenti in autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo. Il limite massimo e complessivo per ogni soggetto beneficiario è fissato a 50 milioni di euro, indipendentemente dal numero di progetti presentati. I progetti non conformi al principio del “Do No Significant Harm” (DNSH) sono esplicitamente esclusi.
Procedura di fruizione delle agevolazioni
Un aspetto fondamentale del Decreto attuativo è la prenotazione del credito d’imposta, che deve essere effettuata tramite l’apposita piattaforma del GSE, come descritto nell’Articolo 12. Il portale, operativo dal 7 agosto 2024, dovrà essere utilizzato dalle imprese per presentare la comunicazione preventiva prima del completamento del progetto e, successivamente, la comunicazione finale con tutte le informazioni richieste, inclusa la perizia tecnica asseverata. Questa comunicazione finale deve essere inviata entro 30 giorni per confermare gli ordini, e comunque non oltre il 28 febbraio 2026. Il credito d’imposta sarà fruibile entro il 31 dicembre 2025 e potrà essere ripartito in cinque quote di pari importo negli anni successivi se non utilizzato interamente entro il termine.
Per evitare di rimanere esclusi dai benefici, è cruciale avviare subito la prenotazione del credito d’imposta. La tempestività nella prenotazione è essenziale per garantire l’accesso alle agevolazioni e per facilitare una corretta pianificazione degli investimenti.
Inoltre, è obbligatorio che gli ordini siano in linea con quelli inizialmente indicati e riguardino investimenti in beni materiali e immateriali 4.0, oltre a beni per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare la “Guida all’utilizzo del portale Transizione 5.0“.
Certificazione del risparmio energetico e requisiti dei soggetti abilitati
All’interno del decreto, con l’Articolo 15, viene disciplinata la certificazione del risparmio energetico e sono definiti i requisiti dei soggetti abilitati al rilascio di tali certificazioni. Tra i soggetti autorizzati figurano ingegneri iscritti all’albo professionale, alcune categorie di periti industriali e altre figure con comprovata esperienza, tutte con specifiche coperture assicurative. Questi professionisti sono essenziali per garantire che i progetti presentati rispettino gli standard di risparmio energetico richiesti, assicurando trasparenza e affidabilità nel processo di certificazione.
Cumulo e novità sul Decreto
Il Decreto attuativo conferma la possibilità di cumulare il credito d’imposta con altre agevolazioni finanziate con risorse nazionali, a condizione che la somma degli incentivi non superi il totale degli investimenti effettuati. Tuttavia, è vietato il cumulo con misure finanziate dall’Unione Europea o con agevolazioni già previste dal Piano Transizione 4.0.
Un’ulteriore novità riguarda la dicitura obbligatoria sui documenti di acquisto, che deve fare riferimento esplicito al Piano Transizione 5.0 e al Decreto 39/2024. Tale obbligo si applica solo per le transazioni successive alla pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale.
Incentivi per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo
Una delle novità più rilevanti introdotte dal decreto è l’inclusione degli incentivi per i sistemi di accumulo dell’energia prodotta. Questo significa che non solo gli impianti fotovoltaici, già largamente incentivati, ma anche le tecnologie per l’accumulo dell’energia, che permettono di immagazzinare l’elettricità prodotta per un uso successivo, sono ora al centro dell’attenzione del governo. Questa misura è fondamentale per garantire una maggiore efficienza energetica e una riduzione dei costi operativi, consentendo alle imprese di sfruttare al meglio l’energia rinnovabile prodotta.
Elettrificazione della produzione di calore di processo tramite pompe di calore
Un altro aspetto cruciale del Decreto attuativo è l’incentivazione per l’elettrificazione della produzione di calore di processo, ossia il calore destinato ad usi differenti da riscaldamento ambienti e produzione di acqua calda sanitaria, tramite pompe di calore. Questa tecnologia permette di trasformare l’energia elettrica in energia termica, rendendo possibile un significativo abbattimento delle emissioni di CO₂ rispetto ai tradizionali sistemi basati su combustibili fossili. L’adozione delle pompe di calore non solo contribuisce alla sostenibilità ambientale, ma rappresenta anche un’opportunità di risparmio economico per le aziende, riducendo la dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili.
Prezzi massimi per impianti fotovoltaici e pompe di calore
Il decreto stabilisce anche i prezzi massimi per gli impianti fotovoltaici e le pompe di calore, dettagliati negli allegati (Allegato 1, Sezione II). Questi riferimenti sono essenziali per le imprese nella pianificazione degli investimenti, assicurando che i costi sostenuti siano conformi ai criteri di ammissibilità per ottenere gli incentivi previsti.
Conclusioni
Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’importante opportunità per le imprese italiane di investire in innovazione e sostenibilità, con l’obiettivo di rafforzare la competitività del sistema produttivo nazionale. L’adozione del Decreto attuativo fornisce un quadro normativo chiaro e definito, necessario per l’attuazione efficace del piano. Resta ora da vedere come le imprese risponderanno a questa iniziativa e quali impatti avrà sul tessuto economico e ambientale del Paese.
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